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FRASI OFFENSIVE SUL PORTONE DI CASA: LE PROVE DELL’INVESTIGATORE PRIVATO INCASTRANO LA VICINA STALKER

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FRASI OFFENSIVE SUL PORTONE DI CASA: LE PROVE DELL’INVESTIGATORE PRIVATO INCASTRANO LA VICINA STALKER

Gli episodi di stalking condominiale continuano a crescere giorno dopo giorno. Abbiamo già affrontato l’argomento più volte, come in nostro recente articolo, consultabile cliccando qui, per via delle numerose richieste che arrivano alle agenzie investigative autorizzate di indagini per la risoluzione di questo tipo di atti persecutori.

Il reato di Stalking e atti persecutori, normato dall’art. 612-bis del Codice penale, si è esteso anche al contesto condominiale, proprio perché, ad oggi, quella tra vicini è la fattispecie di stalking più diffusa (“Decreto sicurezza”, convertito con la legge 24 aprile 2009 n. 38; Cass. Pen., 25 maggio 2011 n. 20895).

Il reato di stalking punisce con la reclusione fino a sei anni e sei mesi chi attua delle condotte reiterate di minacce e molestie, tanto da indurre la vittima a cambiare le sue abitudini, a causa dell’ansia e del timore per la propria incolumità e quella delle persone care.

Emblematico è il caso di una donna colpevole di aver perseguitato i vicini di casa, ed incastrata dalle prove dell’investigatore privato incaricato dalla parte lesa, per dimostrare gli atti subiti.

Tutto è iniziato con il parto di una cagnolina, che ha scatenato nella donna un comportamento aggressivo e lesivo, come emerso dai filmati effettuati dall’investigatore privato. La donna, nell’aprile del 2019, avrebbe danneggiato “il portone d’ingresso dell’appartamento” della parte offesa, incidendo “con oggetto verosimilmente appuntito, la frase: sudici. Bene che si trovava esposto per destinazione alla pubblica fede”.

Gli episodi sono stati sempre più frequenti, iniziati già anni prima, ed andando a peggiorare, tanto da preoccupare seriamente la coppia che li ha subiti, che ha così incaricato una agenzia investigativa per ottenere le prove grazie alle quali poter sporgere denunciaperché la proprietà era stata oggetto di veri e propri danneggiamenti”, gettando “nel più profondo sconforto” la parte lesa.

L’installazione di strumentazioni di videoripresa, anche per mezzo di agenzia investigativa autorizzata, ha lo scopo di provare gli atti di stalking avvenuti all’interno degli spazi comuni condominiali, senza alcun rischio di integrare il reato di interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis), poiché i sistemi di videoripresa captano soltanto ciò che accade in spazi che, di fatto, non sono esclusi alla vista degli estranei, come il parcheggio condominiale, l’ingresso, le scale o i pianerottoli, destinati all’uso di un numero indeterminato di soggetti sebbene di pertinenza di una abitazione privata.

In questi casi gli investigatori privati effettuano anche delle attività di monitoraggio e pedinamento degli stalker, producendo foto e video della loro condotta fuori dagli ambienti condominiali: sempre più spesso, infatti, gli atti persecutori si concretizzino anche all’esterno, dove la vittima potrebbe essere più vulnerabile.  

Inoltre quasi sempre lo stalking condominiale manifesta le sue forme persecutorie anche sul web e più nello specifico sui social, poiché lo stalker tende a denigrare pubblicamente la vittima, offendendola e minacciandola, ledendo la sua reputazione e la sua immagine, ed in queste circostanze gli investigatori privati intervengono con delle indagini OSINT e SOCMINT, raccogliendo tutti gli elementi utili a dimostrare l’illecito e cristallizzandoli nel tempo tramite software specifici che permettono di conservare le informazione anche qualora venissero cancellate.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Contropedinamento, pedinamento e monitoraggio;
  • indagini OSINT e SOCMINT, per la raccolta di tutti gli elementi utili a dimostrare l’illecito, cristallizzandoli nel tempo tramite software specifici che permettono di conservare le informazione anche qualora venissero cancellate;
  • Installazione telecamere occulte;
  • Testimonianza in Tribunale, se necessario, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo.


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