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SEPARAZIONE CON ADDEBITO: QUANDO L’SMS DELL’AMANTE E’ FATALE.

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SEPARAZIONE CON ADDEBITO: QUANDO L’SMS DELL’AMANTE E’ FATALE.
La Corte di Cassazione, con sentenza n. 5510 del 6 marzo 2017, giustifica l’addebito della separazione quando l’sms è causa della crisi coniugale.
Nel caso di specie, i messaggi amorosi trovati dalla moglie sul cellulare del marito rappresenterebbero violazione dell’obbligo di fedeltà, portando ad una crisi matrimoniale e alla conseguente separazione. Per questo motivo al marito sono stati addebitati la metà dei costi straordinari del processo, oltre che l’assegno di mantenimento per i tre figli, pari ad euro 2.800, e uno divorzile, in favore della moglie, di euro 1.300.
Il marito ha avanzato un ricorso in Cassazione, in opposizione alla sopra citata sentenza del Tribunale di Milano, sostenendo che la crisi coniugale non si sia verificata dopo la scoperta dell’sms, ma che fosse già in corso prima di tale scoperta: secondo la sua ricostruzione infatti, la crisi sarebbe comparsa a partire dal 2002, e successivamente a questa sarebbe avvenuta una riconciliazione nell’anno 2007. Per tale motivo, il marito ha chiesto una rivisitazione del giudizio concernente l’accertamento di responsabilità di entrambi i coniugi, oltre che una rivalutazione dell’assegno divorzile per il calcolo errato delle capacità reddituali degli stessi.
E’ stato stabilito che la pronuncia della sentenza si è basata su una “valutazione globale dei reciproci comportamenti” e che si è attribuito alla violazione del dovere di fedeltà una posizione che non giustifica di per sé, in linea generale, l’addebito della separazione al coniuge infedele. Piuttosto è stato stabilito che nel caso specifico la violazione del dovere di fedeltà sia stata causa della frattura del vincolo matrimoniale poiché l’sms è stato rinvenuto successivamente ad una riconciliazione dei due coniugi. Infatti la Corte ha ritenuto che l’sms in questo caso sia stato causa della crisi e non fattore che ha aggravato una frattura già esistente; per tale motivo il ricorso è stato rigettato.
 
In casi come questi, il monitoraggio del coniuge infedele è fondamentale per provare il tradimento e per confermare il conseguente addebito della separazione: compito degli investigatori è quello di verificare i movimenti del soggetto in questione, congelando le situazioni compromettenti e fornendo prove che in fase di giudizio possono essere decisive.
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