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L’INDUSTRIA DELLE COPIE E I FALSI MADE IN ITALY: GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI

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L’INDUSTRIA DELLE COPIE E I FALSI MADE IN ITALY: GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI

Tra il 2019 e i primi sei mesi del 2022 sono stati sigillati in Italia 26,5 milioni di beni contraffatti che riportavano etichette delle più importanti aziende italiane, provenienti principalmente da Bulgaria, Turchia e Cina.

È soprattutto la Cina, con il 96% dei sequestri ad essere il principale produttore ed esportatore del falso Made in Italy, mentre la Bulgaria registra il 65% dei sequestri di merci contraffatte.

Ma le merci che sono riuscite a superare i controlli delle dogane sono almeno il quadruplo, tra queste molte sono giunte sul mercato italiano dopo essere state sdoganate da altre dogane dell’UE.

La difficoltà principale dei funzionari delle Dogane, è che non sempre si trovano davanti a spedizioni di prodotti già ultimati, anzi: negli ultimi 3 anni sono stati sequestrati ben 19 milioni di pezzi singoli e senza marchio che sono stati poi assemblati in Italia, giunti con carichi distinti, in Dogane sparse per il territorio, nel tentativo di aggirare i controlli.

Questo tipo di illeciti è in forte crescita, soprattutto con l’aumento degli e-commerce e della vendita online, principalmente tramite i social network.  Se nel 2016 erano circa 21mila gli account Instagram a vendere falsi, nel 2019 sono stati più di 56mila, ed il dato più allarmante è che il 60% delle produzioni fasulle, in arrivo dall’estero, è comprato volontariamente e non è frutto di una truffa.

Secondo l’Ocse, sono le organizzazioni criminali a beneficiare maggiormente del transito di questo tipo di merce, con un guadagno di circa 100 miliardi di euro all’anno.

Il danno alle imprese è incalcolabile, perché la vendita del falso riduce il giro d’affari nei negozi legali, sottrae posti di lavoro, azzera un gettito erariale. Non si tratta solo di abbigliamento, ma anche giocattoli, articoli sportivi, calzature, profumi, cellulari e apparecchi informatici.

Ad esempio, a Napoli, sono stati trovati 8 mila giocattoli contraffatti provenienti dalla Cina, costruiti con agenti chimici che possono causare gravi danni allo sviluppo dei sistemi neurologico e riproduttivo e al metabolismo. Le analisi di laboratorio hanno confermato una quantità di migliaia di volte superiore ai limiti consentiti.

Intanto, si appresta ad entrare in vigore la direttiva 2022/2065 (il Digital Service Act) che si applicherà dal 2024 e che si focalizza sulla prevenzione alla contraffazione online per una rimozione più rapida e semplice dei falsi dai circuiti di vendita.

Tecnologia e fiuto sono i metodi principali per intercettare le merci illegali. Vengono effettuate, infatti, due tipi di verifiche:

  1. La prima, dai dipendenti delle dogane, che si concentrano maggiormente sulle tipologie di merce, sulle spedizioni, sulle tratte e sulla provenienza della merce, controllando anche le bollette doganali;
  2. La seconda, a livello locale, dagli organi competenti, che si concentrano principalmente su:
    1. Contraffazione del marchio (figurativo e verbale);
    2. Violazione della proprietà intellettuale.

Queste ultime indagini possono essere effettuate, per conto delle aziende vittime dell’illecito, anche dalle agenzie investigative autorizzate, specializzate in Brand Protection, che possono individuare i soggetti e la filiera di commercializzazione, dal produttore al distributore, dei beni realizzati utilizzando in modo illegittimo marchi registrati o altrui brevetti, allo scopo di raccogliere prove degli illeciti, utilizzabili in sede di giudizio.

Gli investigatori privati raccolgono gli elementi di prova attraverso delle attività di Mystery Shopping, sia negli store fisici che online, utilizzando la tecnica del cosiddetto Trap purchase, ossia acquistando dei prodotti oggetto di indagine allo scopo di comparare il prodotto contraffatto con l’originale, e tramite delle attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT, individuando le pubblicazioni su fonti aperte utili a dimostrare l’illecito, oltre alle attività di pedinamento e di monitoraggio dei soggetti coinvolti.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Mystery Shopping (sia online che in store fisici) con Trap purchase;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT, per l’analisi dei canali di vendita, dei social dei soggetti coinvolti nell’illecito e per la raccolta di elementi utili a dimostrare l’illecito da fonti aperte e database;
  • Attività di pedinamento e di monitoraggio dei soggetti coinvolti nell’illecito.


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