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È INIZIATO LO SBARCO DELLE AZIENDE NEL METAVERSO: COME EVITARE GLI ILLECITI DIGITALI?

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È INIZIATO LO SBARCO DELLE AZIENDE NEL METAVERSO: COME EVITARE GLI ILLECITI DIGITALI?

Molte aziende, in questi ultimi mesi, si stanno preparando ad affrontare le nuove frontiere digitali, in modo da essere presenti con i propri prodotti e servizi nel metaverso, anche se i metaversi, in realtà, potrebbero moltiplicarsi, diventando molti di più, ed ognuno andrebbe monitorato e analizzato a sé.

Il primo passo da fare, per le aziende, è assicurarsi di avere sufficientemente ed adeguatamente tutelato ogni asset aziendale, e di avere la giusta consapevolezza delle implicazioni legali e giuridiche che l’essere nel metaverso comporta.

La protezione dei servizi, dei prodotti e dei beni deve avvenire ancor prima che questi vengano replicati nel metaverso, a tutela della proprietà intellettuale e dei consumatori. Il marchio va registrato anche nella sua versione digitale già di default, perché la contraffazione e la concorrenza sleale, nei mondi digitali, sono già delle realtà da combattere, ed è molto complesso farlo.

Non solo: anche i nomi a dominio (domain name o host name) devono essere registrati, per evitare che vengano utilizzati, identici o simili, da altri per ottenere più click. Abbiamo parlato di questo fenomeno, denominato Cybersquatting, in un nostro recente articolo, consultabile cliccando qui.

Una volta tutelati gli asset ed il know-how aziendale, è fondamentale assicurarsi la migliore gestione e un adeguato trattamento dei dati dei clienti conferiti nello spazio virtuale, tutelando al massimo la loro privacy, facendo sempre riferimento alle disposizioni del GDPR.

In generale, dunque, non bisogna lasciare “punti scoperti”, proprio per evitare illeciti e attacchi informatici esterni.

Le aziende, per sorvegliare e tutelare il proprio brand ed essere pronte a questa evoluzione, possono rivolgersi a dei professionisti nel settore, come le agenzie investigative autorizzate e specializzate in Brand Protection.

Soprattutto nei casi in cui l’azienda è vittima di contraffazione o di concorrenza sleale, è necessario raccogliere le prove dell’illecito in maniera professionale e legalmente valida, grazie agli investigatori privati incaricati.

La contraffazione e la concorrenza sleale nel mondo virtuale, infatti, acquisiscono forme più difficili da arginare, come abbiamo anticipato, e questo rende ancora più complesso il far valere i propri diritti in sede di giudizio. Per questo bisogna affidarsi a chi sa muoversi in questa nuova dimensione senza “perdersi”.

Gli investigatori privati raccolgono gli elementi di prova sia attraverso attività di Mystery Shopping Online, utilizzando anche la tecnica del cosiddetto Trap purchase, ossia l'acquisto dei prodotti/servizi oggetto di indagine, allo scopo di comparare il prodotto/servizio contraffatto con l’originale, sia delle attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT, individuando le pubblicazioni su fonti aperte utili all’indagine e le prove digitali dell’utilizzo illecito del marchio e/o dei domini, oltre ad identificare i soggetti che utilizzano e amministrano i canali di vendita e/o informativi illeciti e la filiera di commercializzazione, dal produttore al consumatore.

Tutte le informazioni raccolte all’interno della rete, data la natura mutevole di questa, vengono cristallizzate nel tempo tramite software specifici che permettono di conservare l’informazione anche qualora venisse cancellata.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Mystery Shopping Online con Trap purchase;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT, per l’analisi dei canali di vendita, dei social delle aziende e dei soggetti coinvolti nell’illecito e per la raccolta di elementi utili a dimostrare l’illecito da fonti aperte e database;
  • Attività di pedinamento e di monitoraggio dei soggetti coinvolti nell’illecito.


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