È di queste ore la notizia di un’impiegata piacentina di una ditta di imballaggi, indagata per
truffa,
frode informatica,
accesso abusivo ad un sistema informatico e
autoriciclaggio.
La donna, addetta alle buste paga e alla gestione dei rapporti con gli enti previdenziali, avrebbe intascato oltre
due milioni di euro, tra il 2007 ed il 2018.
La
Guardia di Finanza di Bologna ha eseguito un
sequestro preventivo di oltre
1,5 milioni di euro sia in
denaro, sui conti correnti della donna, sia in
fabbricati e
terreni nei comuni della provincia di Piacenza, zona di residenza dell’impiegata.
L’operazione delle forze dell’ordine, denominata “
Mani di fata”, ha svelato un sofisticato sistema di
manipolazione abusiva del
sistema informatico dell’azienda messo in atto dalla donna, che è stato dettagliatamente ricostruito grazie alle
indagini effettuate: l’impiegata, al momento del pagamento delle mensilità spettanti ai colleghi, generava
due cedolini, il primo
corretto, mentre il secondo serviva per accreditare in maniera
illecita, su un altro conto corrente, una quota non dovuta di retribuzione.
Una volta accreditato l’importo, il cedolino irregolare veniva cancellato e
sostituito con quello corretto.
L’intervento delle
agenzie investigative è spesso richiesto per casi di questo tipo, per delle
indagini mirate a ricercare le cause relative agli
ammanchi di merce e alle
differenze inventariali, per
sottrazione di denaro all'azienda (cash misappropriation) come in questo caso, o ad esempio, per l'
utilizzo improprio del magazzino (non cash misappropriation).
Nella nostra
GUIDA PRATICA ALLA RISOLUZIONE DEI CASI DI INFEDELTÀ AZIENDALE,
scaricabile gratuitamente cliccando QUI, abbiamo inserito anche un nostro
Case History che tratta di un
Licenziamento per furto da parte di una azienda di fast food verso un
dipendente infedele, con relativa
sentenza di esempio.
L’
appropriazione indebita è un
illecito penale, e può causare, come abbiamo visto, gravissimi
danni al
patrimonio aziendale.