La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 19816 del 2022 ha trattato un caso di infedeltà coniugale molto particolare, poiché è costata al traditore la revoca di una donazione, fatta dalla moglie, “per ingratitudine”.
A seguito del tradimento dell’uomo con la cognata, infatti, la moglie aveva chiesto ed ottenuto la revoca della donazione di immobili e somme di denaro, che è stata concessa, non per via del tradimento, che da solo non comporta tale conseguenza, ma per le modalità con cui è avvenuto.
Nel caso di specie, infatti, il tradimento aveva compromesso la reputazione della vittima: i coniugi erano colleghi e l’infedeltà si era consumata all’interno dello stesso ufficio nel quale entrambi lavoravano, nell’azienda della moglie. Non solo: l’amante dell’uomo era la cognata, sposata con il fratello della moglie. Per questo la Corte ha ritenuto che il tradimento avesse arrecato “ingiuria grave” alla moglie e, dunque, concesso la revoca della donazione.
L’uomo ha presentato ricorso, lamentando il fatto che la donazione era avvenuta “con spirito di liberalità” e che la relazione adulterina con la cognata “era stata intessuta con modalità tali da essere mantenuta segreta”.
Ma la Corte di Cassazione ha confermato la revoca, in accordo con la decisione presa in primo grado e successivamente dalla Corte di Appello di Firenze nel 2019, poiché “la relazione extraconiugale era stata intrattenuta con la moglie del fratello della donante (in un contesto che andava a minare, oltre alla stabilità del rapporto coniugale, anche quella familiare), essendo evidente come le conseguenze della scoperta del tradimento abbiano avuto ripercussioni estese a tutto il tessuto familiare della moglie, non limitandosi al mero ambito matrimoniale”.
Inoltre “l’adulterio si era sviluppato all’interno dell’azienda di famiglia, cosicché la scoperta del tradimento è inevitabilmente divenuta nota anche tra colleghi e dipendenti, riverberando l’infedeltà dell’uomo nell’ambito lavorativo, con evidente e innegabile pregiudizio per la dignità della moglie”, evidenziando un “atteggiamento di noncuranza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità della moglie” da parte dell’uomo.
A seguito della separazione con la moglie e alla revoca della donazione, l’uomo è rimasto nullatenente, come d'altronde era quando ha iniziato a lavorare per l’azienda della moglie e prima di sposarla.
L’infedeltà non ha automaticamente delle conseguenze economiche, ma ci sono circostanze specifiche che possono determinarle, e che vanno analizzate e provate, anche grazie all’intervento di una agenzia investigativa autorizzata.
L’infedeltà del coniuge è una delle principali motivazioni per chiedere l’intervento di una agenzia investigativa autorizzata, non solo per eliminare o confermare ogni dubbio e sospetto sulla vita sentimentale del partner e del coniuge, ma anche per raccogliere le prove legali dell’adulterio, utili anche nei casi di separazione e divorzio.
Il dossier investigativo, infatti, costituisce un elemento di prova che il coniuge tradito può produrre in giudizio, e potrebbe essere confermato anche dalla deposizione processuale dell’investigatore privato che lo ha redatto, in quanto testimone oculare di quanto accaduto.
Gli investigatori, per scoprire e provare l’infedeltà, agiscono con delle attività di monitoraggio e di pedinamento e con delle indagini di Web Intelligence per raccogliere elementi utili all’indagine anche dalle fonti aperte e dai social media.
Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?
