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TRADIMENTO CON PROVE: SI PUÒ EVITARE L’ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE?

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TRADIMENTO CON PROVE: SI PUÒ EVITARE L’ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE?
Se in una causa di separazione uno dei due coniugi ha le prove schiaccianti del tradimento dell’altro, il coniuge fedifrago subirà sicuramente l’addebito?
L’assunto di partenza, così come più volte specificato nei precedenti articoli, è che l’addebito della separazione scatta  quando l’infedeltà è la causa della crisi e della fine del matrimonio.
Il coniuge tradito, quindi, deve provare proprio questa circostanza.
L’addebito, infatti, è proprio la conferma della responsabilità della violazione dei doveri matrimoniali, e si ha quindi non solo con l’infedeltà, ma anche quando uno dei coniugi mette in atto altre condotte che violano i doveri matrimoniali, come:
•    l’abbandono della casa coniugale senza una valida ragione,
•    atti di violenza o di umiliazione,
•    disinteresse per la famiglia,
•    violazione dei diritti costituzionali del coniuge.
Il coniuge che riceve l’addebito non ha il diritto all’assegno di mantenimento dall’ex e perde i diritti ereditari nel caso di morte del coniuge prima del divorzio (con il divorzio i diritti ereditari si perdono automaticamente). L’addebito però non costituisce un obbligo di risarcimento da parte del coniuge traditore verso l’altro coniuge, né rende maggiore la somma dell’assegno di mantenimento da egli erogato.
Nel caso, infatti, di un coniuge tradito che percepisce uno stipendio grazie al quale riesce a mantenersi, il coniuge traditore non dovrà riconoscergli alcun assegno. Allo stesso modo, se il coniuge traditore volesse chiedere il mantenimento, poiché privo di reddito, al coniuge tradito, non potrebbe farlo, se ha ricevuto l’addebito.
Quali prove può presentare il coniuge tradito per chiedere l’addebito?
Per poter essere ammesse nel procedimento legale, le prove devono essere state ottenute legalmente, senza violare la privacy del coniuge e senza aver commesso dei reati per procurarsele. Sembra superfluo specificarlo, ma accade più spesso di quello che pensiamo. Basti pensare al coniuge che strappa dalle mani il telefono dell’altro per vedere il contenuto delle sue chat: è una condotta che integra gli estremi del reato di rapina, come confermato anche da recenti sentenze (Sentenza n. 26982/2020).
Anche nel caso in cui il coniuge acceda alla casella di posta elettronica dell’altro sta commettendo un reato penale, anche se fosse stato lo stesso coniuge a fornire le credenziali di accesso: deve esserci infatti una specifica ed ulteriore autorizzazione da parte sua. Il coniuge che legge le email dell’altro, quindi, può essere querelato, ed in ogni caso le prove ottenute in questo modo non hanno alcun valore in sede di separazione.
Alcuni coniugi pensano di poter registrare le conversazioni dell’altro di nascosto, senza essere presenti, magari installando microspie in casa. Non può farlo, commetterebbe il reato di interferenze nella vita privata altrui.
Il modo più valido per dimostrare un tradimento resta quello di incaricare una agenzia investigativa autorizzata dalla Prefettura. Il lavoro degli investigatori privati, raccolto in un report investigativo completo di foto che riportano il tradimento, ha un valore molto alto, in giudizio, perché difficilmente contestabile quando è palese lo scambio di atteggiamenti intimi o di una continuità negli incontri. Oltretutto l’investigatore privato può anche essere chiamato a testimoniare in tribunale, riconfermando ed avvalorando quanto riportato nel dossier.
L’addebito si può evitare, anche di fronte a prove acquisite legalmente come quelle raccolte dall’investigatore privato, solo se il traditore riesce a dimostrare che la crisi matrimoniale era già presente da tempo, per motivi diversi dall’attuale infedeltà.
Ad esempio, se la separazione è già stata avviata, eventuali nuove relazioni non sono considerate causa della rottura. O se uno dei coniugi ha abbandonato il tetto coniugale da tempo, senza apparenti motivi, l’altro può iniziare un’altra relazione senza essere accusato della fine del matrimonio.
E anche per dimostrare che il matrimonio era già in crisi è importante il coinvolgimento di una agenzia investigativa, che possa aiutare il coniuge sul quale si vuol far ricadere l’addebito a dimostrare che la rottura del vincolo matrimoniale era già pienamente in atto per altre motivazioni.
In questo modo la situazione si potrebbe addirittura ribaltare, ed il traditore potrebbe ricevere l’assegno di mantenimento. Come nel caso di un marito che chiede l’addebito perché è stato tradito dalla moglie, ma dalle prove dei detective incaricati dalla moglie emerge che è stato lui il primo a tradire, causando la crisi del matrimonio: il marito sarebbe costretto a versare l’assegno di mantenimento alla moglie.


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