ITALIANOINGLESE

Notizie
SI PUÒ ESSERE LICENZIATI PER APPROPRIAZIONE DI KNOW-HOW AZIENDALE ANCHE SE NON DOVESSE MAI ESSERE UTILIZZATO?

Autore / Fonte:
SI PUÒ ESSERE LICENZIATI PER APPROPRIAZIONE DI KNOW-HOW AZIENDALE ANCHE SE NON DOVESSE MAI ESSERE UTILIZZATO?

Come abbiamo già visto in un nostro articolo consultabile cliccando qui, Il know-how di una azienda, in quanto asset immateriale, è l’insieme delle informazioni, delle conoscenze e delle expertise aziendali, ed ha un enorme valore, anche economico, motivo per il quale è fondamentale tutelarlo sia dagli attacchi esterni che da quelli interni all’azienda, poiché è la prima risorsa che viene presa di mira da chi fa concorrenza sleale.

Una recente ordinanza, la n. 2402 del 27 gennaio 2022 (in allegato), ha ribadito l’importanza della tutela del know-how aziendale: la sua sottrazione da parte del dipendente ne legittima il licenziamento, a prescindere dallo scopo per il quale è stato sottratto.

L’ordinanza tratta il caso di un dirigente, licenziato per essersi impossessato di documentazione aziendale. Impugnando il provvedimento disciplinare, il dirigente ha argomentato le modalità con le quali aveva preso possesso del materiale incriminato, messo a sua disposizione dalla stessa azienda, ribadendo la sua buona fede ed affermando che non era sua intenzione trafugare i documenti.

La Corte d’Appello ha rigettato il ricorso del dirigente, partendo dal presupposto che se egli si era appropriato dei documenti aziendali era per avvalersene in un secondo momento.

La Cassazione, confermando la statuizione della Corte d’Appello, ritenendo, dunque, legittimo il licenziamento, ha inoltre sottolineato un importante principio: “Accertata la provenienza aziendale ed esclusa l'appartenenza al dirigente del materiale sottratto, non rileva ai fini della gravità della condotta la materiale utilizzabilità dei documenti stessi”.

In altre parole, l’impossessarsi di materiale aziendale integra la fattispecie di sottrazione del know-how aziendale, al di là della futura utilizzabilità dello stesso, poiché si va a ledere irrimediabilmente il vincolo di fiducia tra datore di lavoro e dirigente.

Spetta al datore di lavoro l’onere di provare il danno subito al patrimonio aziendale, del quale il know-how fa parte.

La maggior parte delle aziende, in questi casi, si rivolge alle agenzie investigative autorizzate per i cosiddetti controlli difensivi, in modo da ottenere le prove dell’illecito da utilizzare in giudizio, se necessario, per la tutela dei propri diritti.

Solitamente le prove si ottengono in brevi periodi di tempo, grazie a delle attività di monitoraggio e di pedinamento dei dipendenti infedeli, coadiuvate da attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per esaminare il loro comportamento online e raccogliere elementi utili dal web.

Rientra nei controlli difensivi anche la videosorveglianza, che il datore di lavoro può mettere in atto anche grazie all’apporto degli investigatori privati, senza dover chiedere preventivamente un accordo sindacale o l’autorizzazione dell’Ispettorato del lavoro, poiché lo scopo è quello di provare l’illecito per tutelare il patrimonio aziendale.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del dipendente infedele;
  • Attività di Mystery Shopping e/o Assunzioni Programmate;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web;
  • Installazione telecamere occulte.

Scarica l'allegato
Ordinanza n. 2402.pdf


Servizi associati a questa notizia

Richiedi informazioni su CONCORRENZA SLEALE

Chiamaci