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REVENGE CHEATING: PERCHÉ È MEGLIO EVITARE IL “TRADIMENTO PER VENDETTA”

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REVENGE CHEATING: PERCHÉ È MEGLIO EVITARE IL “TRADIMENTO PER VENDETTA”

La maggior parte delle persone tradite si sente, ovviamente, ferita profondamente nell’orgoglio, ed il primo istinto è quello di vendicarsi, ripagando con la stessa moneta.

Ma è davvero una buona idea?

Vi anticipiamo la risposta: no, non lo è. Secondo un recente studio pubblicato sul North American Journal of Psychology, il tradimento è la motivazione più diffusa che porta alla fine di una relazione, e avviene soprattutto in coppie che vivono rapporti poco impegnativi, o, al contrario, troppo impegnativi e di lunga durata, divenuti, ormai, abitudinari. La maggior parte dei partner traditi ha messo in atto il revenge cheating: ha tradito a sua volta per dare una lezione all’altro, sperando che questo lo portasse a cambiare in qualche modo, comprendendo il dolore provocato da un tradimento. Ma non ha funzionato quasi mai.

Anche perché dopo aver tradito, molti partner si “aspettano”, quasi, una forma di vendetta dall’altro, e molto spesso agiscono tempestivamente per scoprire il tradimento, al primo segnale, in modo da riportare in carreggiata il rapporto o, lì dove la situazione dovesse essere inaccettabile, troncarlo.

Le domande da porsi, prima di vendicarsi di un tradimento, sono:

  • Ne vale davvero la pena? Quanto costerà, in termini di sforzo emotivo e mentale, tradire solo per ferire l’altro, per il quale si prova o si è provato un forte sentimento d’amore?
  • C’è un altro modo di gestire la rabbia che si prova per essere stati traditi?
  • I propri valori culturali e religiosi valgono più o meno della vendetta?
  • In che misura il revenge cheating può avere conseguenze legali, in termini di salute mentale e di rapporti con gli altri (figli, famiglia e amici)?

Di certo il tradimento, da chiunque venga messo in atto, come abbiamo anticipato, può portare solo a due strade: il perdono (molto complesso) o la fine del rapporto, la separazione.

Gli investigatori privati sono spesso chiamati a risolvere anche infedeltà di questo tipo, operando, come da prassi, sia sul campo, con attività di pedinamento e monitoraggio, per produrre foto e video della relazione clandestina da inserire nel dossier investigativo (producibile in giudizio), sia online, attraverso indagini OSINT e SOCMINT sui social media, raccogliendo elementi digitali relativi all’infedeltà in atto.

Gli investigatori che hanno condotto le indagini possono inoltre testimoniare in un eventuale contenzioso per confermare le prove.

Queste dinamiche, nelle coppie sposate, portano spesso, infatti, a procedimenti legali complessi. Come è noto, ad esempio, il giudice può addebitare la separazione a colui che tradisce solo ed esclusivamente se il tradimento è stata la causa determinante della fine del matrimonio. Per difendersi, dunque, da una accusa di tradimento è necessario dimostrare che l’infedeltà sia avvenuta come conseguenza del disgregamento del rapporto tra marito e moglie (ad esempio proprio a seguito di un tradimento subito da uno dei due), e che non ne sia stata la causa.

Ma conoscere la verità e procurarsi le prove dell’infedeltà del partner non è utile solo a tutelare i propri diritti, ma anche a porre un freno all’altro, mettendolo di fronte alla realtà, e bloccando ogni proposito di complicare ulteriormente un rapporto già messo a dura prova, qualsiasi sia la decisione finale.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del partner infedele;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web: è spesso lo stesso partner infedele a pubblicare online prove delle sue condotte disoneste.
  • Testimonianza in Tribunale, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo, se necessario.


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