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REPUTAZIONE AZIENDALE: L’IMPORTANZA DELL’EMPLOYEE ENGAGEMENT

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REPUTAZIONE AZIENDALE: L’IMPORTANZA DELL’EMPLOYEE ENGAGEMENT

Tenere alta la reputazione di una azienda non è assolutamente semplice, perché oltre a soddisfare le aspettative dei clienti è fondamentale garantire il benessere dei propri collaboratori, che rappresentano, spesso, uno dei migliori canali per migliorare la reputazione aziendale. Questo perché ormai gli utenti, e dunque i potenziali clienti, non si fidano più soltanto dei messaggi veicolati dalle pubblicità che l’azienda diffonde, ma anche e soprattutto del passaparola.

Il passaparola può essere sia quello generato da chi ha già acquistato un prodotto o un servizio, considerando che l’85% degli utenti si fida delle recensioni online e che le recensioni positive aumentano la fiducia verso l’azienda fino al 73% in più, sia dagli stessi collaboratori dell’azienda, che raccontando la propria esperienza positiva rappresentano una sorta di “prova vivente” dell’affidabilità del brand, generando un circolo virtuoso di reputazione positiva totalmente gratuito.

Al contrario, un dipendente infelice o infedele non farà altro che danneggiare irrimediabilmente, con le sue condotte, la reputazione che l’azienda ha, nella maggior parte dei casi, costruito con fatica negli anni.

L’employee engagement è il coinvolgimento del dipendente nell’organizzazione e nella cultura aziendale. Ciò non solo accresce la brand reputation e migliora la customer satisfaction, ma rende anche più produttivo il dipendente, poiché si sente responsabilizzato e importante all’interno del suo contesto lavorativo, oltre a renderlo più fedele e felice.

È chiaro che, per poter avviare questo tipo di processo, l’azienda ha necessità di selezionare i giusti collaboratori già in fase di assunzione, per poterli adeguatamente formare ed inserire nel team.

In questo è fondamentale rivolgersi a dei professionisti in indagini pre-assuntive, come gli investigatori privati specializzati in investigazioni aziendali. Un bel curriculum, si sa, da solo non basta, soprattutto se le informazioni riportato non sono vere al 100%.

L’indagine pre-assuntiva consiste generalmente nella verifica della veridicità dei titoli, della formazione e delle posizioni lavorative precedenti ma anche dello stile di vita del potenziale dipendente, qualora non conforme alle mansioni che dovrà svolgere, e quindi della sua moralità.

Conosciuta anche come Pre-employment screening, questo tipo di indagine individua la presenza di “red flags” nel background professionale del candidato, permettendo all’azienda di tutelarsi da possibili problematiche future.

Per coloro che già lavorano in azienda è importante procedere con delle indagini mirate a verificarne l’affidabilità lì dove vi sia anche il minimo sospetto, agendo tempestivamente per limitare i danni che la condotta di un dipendente infedele può causare.

Molti dipendenti, in contrasto con quel circolo virtuoso di cui parlavamo prima, non perdono occasione di lamentarsi dell’azienda per la quale lavorano e/o di diffamarla, anche attraverso i social network, e questo, come più volte confermato dalla giurisprudenza in materia, potrebbe compromettere irrimediabilmente il vincolo fiduciario con il datore di lavoro, giustificando il licenziamento del dipendente, oltre che arrecare un ingente danno d’immagine all’azienda.

Le aziende, negli ultimi anni, chiedono agli investigatori privati di individuare gli illeciti digitali consumati dai propri dipendenti, attivando delle indagini OSINT/SOCMINT, attraverso le quali è possibile monitorare reti e canali social per identificare i contenuti incriminati.

A questo tipo di indagini è importante affiancare sempre delle attività di monitoraggio e pedinamento del dipendente infedele, perché nella maggior parte dei casi la sua condotta ha ripercussioni anche sul contesto fisico nel quale opera, attraverso comportamenti che hanno lo scopo di danneggiare l’azienda. Oltre alla diffamazione e la lesione della reputazione aziendale, possiamo citare, tra i più diffusi, il furto dati, la concorrenza sleale, lo storno della clientela, l’abuso dei mezzi e dei sistemi informatici etc.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Indagini pre-assuntive;
  • Indagini reputazionali;
  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del dipendente infedele;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web.


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