In tema di separazione e divorzio sta diventando sempre più rilevante il confronto tra il diritto all’accesso ai dati reddituali e patrimoniali dell’altro coniuge al fine di un corretto calcolo dell’assegno di mantenimento e il diritto alla privacy. Vi sono infatti due sentenze dall’esito opposto: con la Sentenza di Agosto n. 2024 il Tar Lombardia si pronuncia in favore del diritto alla privacy, bocciando dunque la richiesta di accesso ai dati, sostenendo la possibilità di altre strade processuali per integrare la documentazione non fornita dalla controparte. Ad Ottobre, con la Sentenza n. 5763 il Tar Campania si pronuncia in maniera opposta affermando che il diritto del coniuge all’accesso dei documenti reddituali dell’altro coniuge è esercitabile anche senza l’autorizzazione del giudice del processo di separazione: il calcolo di un equo assegno di mantenimento prevale sul diritto alla riservatezza. Il Consiglio di Stato ha effettuato un tentativo di limitare lo scontro giurisprudenziale esprimendosi in favore del diritto all’accesso: quando si discute in materia di interessi economici e serenità dell’assetto familiare, specie se in presenza di figli minori, tale diritto prevale sul diritto alla privacy. Nonostante tale sentenza l’argomento continua a dividere giudici e tribunali, in molti casi dunque si rende necessario il ricorso ad una agenzia investigativa come FIRSTNet per integrare al meglio il materiale a disposizione del giudice: attraverso attività di indagini mirate infatti FIRSTNet può fornire le prove, valide in giudizio, relative allo stile di vita e all’attività lavorativa, anche non certificata, dell’ex coniuge al fine di ottenere un assegno di mantenimento equo.
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