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ORBITING: L’ADDIO NON ADDIO DI EX PARTNER E AMANTI

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ORBITING: L’ADDIO NON ADDIO DI EX PARTNER E AMANTI

Come è noto, alcune delle dinamiche relazionali più diffuse, soprattutto quando si parla di relazioni sentimentali tossiche, vengono identificate con dei termini specifici, nati per definirne ogni sfaccettatura.

Alcuni termini sono nati molto tempo fa, altri sono neologismi ormai d’uso comune: dipendenza affettiva, no contact, love bombing, ghosting, ecc.

Ultimamente si sente spesso parlare di ghosting, anche perché, secondo un recente sondaggio di  Plenty of Fish, è un fenomeno che ha riguardato o riguarda almeno il 60% delle persone: il partner sparisce nel nulla, non risponde più ai messaggi, alle chiamate, praticamente si volatilizza. Un fantasma, appunto.  Potremmo definirla una tattica interpersonale passivo-aggressiva, allo scopo di liberarsi delle proprie responsabilità il prima possibile, ignorandone l’esistenza.

Meno conosciuto, ma più diffuso, è invece l’orbiting (dall’inglese to orbit, ossia “orbitare intorno a qualcosa”), che potremmo definire come una versione meno “estrema” del ghosting, ma più sottile. Siamo comunque sempre di fronte ad una manipolazione affettiva.

Nell’orbiting, il partner sparisce, ma non del tutto. Fa in modo che l’altro non possa dimenticarsi di lui, facendo sentire, in qualche modo, la sua presenza, con piccoli “eventi”, allo scopo di detenere ancora il controllo sull’altro. Può trattarsi di un like su un post social, della visualizzazione di una storia su Instagram, o, nella vita reale, di una serata nello stesso ristorante dove l’altro è a cena, o di un qualsiasi incontro “causale”, in realtà organizzato per farsi vedere e procurare un’emozione.

L’orbiting è particolarmente diffuso tra gli amanti, nelle relazioni nate dal tradimento.

Infatti, secondo gli esperti, questo tipo di fenomeno, in una sfaccettatura ancora diversa, si manifesta anche quando una persona è “costretta” a chiudere con l’altra, come nel caso di due amanti che sono stati scoperti e che, a seguito del “perdono” del partner tradito, portano avanti (entrambi o uno di loro) la relazione primaria.

La necessità di far sentire all’amante la propria presenza è, in questi casi, quasi incontrollabile, perché vi è ancora il desiderio di comunicare e vedersi, di far capire all’altro che non è stato dimenticato, ed è un modo per tenere la porta aperta, attendendo il momento buono per riavvicinarsi.

Questa fase è quella in cui il partner tradito capta dei segnali sospetti, che fanno presagire che la relazione fedifraga dell’altro di fatto non è mai terminata, ma è solo stata messa in stand-by. In alcuni casi, anzi, la lontananza e l’impossibilità di parlare e di vedersi non fa altro che rafforzare la voglia, perché, si sa, tutto ciò che è proibito appare più eccitante.

Cosa può fare il partner tradito se l’altro fa l’orbiter con l’amante che avrebbe dovuto dimenticare?

Sicuramente intervenire subito, al primo segnale. Non bisogna pensare che un semplice like ad un post dell’amante resterà un gesto isolato, perché è solo la punta dell’iceberg nella stragrande maggioranza dei casi. Né si può pensare di poter spiare il telefono del partner, o di poter ottenere da terzi il contenuto dei suoi dispositivi: non è legale farlo, ed è assolutamente proibito entrare nei suoi account e nei suoi social senza il suo esplicito consenso, anche se si dovessero conoscere i dati di accesso.

Soprattutto non bisogna mai pensare che il tradimento resterà solo virtuale, perché nell’80% dei casi, invece, si concretizza: la voglia di contatto non può limitarsi alle sole parole.

La soluzione è quella di rivolgersi a dei professionisti, come gli investigatori privati specializzati in infedeltà coniugale, che intervengono raccogliendo le prove del tradimento attraverso della attività di pedinamento e di monitoraggio del partner infedele, coadiuvate da indagini di Web Intelligence OSINT/SOMCINT per la ricerca di elementi utili anche su web e social network.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del partner infedele;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web: è spesso lo stesso partner infedele a pubblicare online prove delle sue condotte disoneste.
  • Testimonianza in Tribunale, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo, se necessario.


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