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NAPOLI: TRE OPERATORI ECOLOGICI LICENZIATI IN SEGUITO A INDAGINI DI INVESTIGATORI PRIVATI

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NAPOLI: TRE OPERATORI ECOLOGICI LICENZIATI IN SEGUITO A INDAGINI DI INVESTIGATORI PRIVATI
Due operatori ecologici di Asia, azienda che si occupa delle pulizie urbane per la città di Napoli sono stati licenziati in seguito alle indagini svolte da un’agenzia investigativa privata.
Il primo caso riguarda un operatore che lavorava per Asia da circa 18 anni. L’uomo è stato ripreso e fotografato dagli investigatori privati mentre, dopo aver timbrato il cartellino presso la sede dell’azienda, invece che iniziare il turno di lavoro svolgeva attività private e non relative al lavoro, come andare in banca, fare benzina alla propria auto o effettuare acquisti. Nonostante l’uomo in tribunale abbia sostenuto, a sua difesa, la breve durata di tali assenze, il licenziamento è stato considerato legittimo dal tribunale di Napoli. Il lavoratore potrà tuttavia fare ricorso in appello.
Il secondo caso coinvolge un altro addetto alle pulizie urbane. L’uomo è stato ripreso per diversi giorni timbrare il cartellino presso il deposito della medesima azienda per poi, poco dopo, fare ritorno presso la propria abitazione, indossare una tenuta sportiva e dirigersi presso un parco della città alle pendici del Vesuvio per allenarsi. Il parco era il medesimo in cui avrebbe dovuto svolgere la propria attività lavorativa svuotando i cestini. Al termine dell’allenamento l’uomo passava da casa a indossare gli abiti da lavoro e, finalmente, rientrava presso la sede lavorativa. Anche tale licenziamento è stato ritenuto legittimo dal tribunale di primo grado.
Tali sentenze hanno suscitato reazioni diverse. Marcello D’Aponte, professore di diritto del lavoro e patrocinante per conto di Asia nei giudizi, commenta in maniera favorevole l’operato di Asia: <<Si sta diffondendo l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza dei lavoratori. La Corte di Cassazione ha individuato opportunamente alcuni limiti L’utilizzo delle strumentazioni di controllo a distanza è illegittimo salvo che il datore di lavoro abbia il fondato sospetto che il dipendente abbia commesso o stia commettendo un reato nella propria attività. Nei casi in questione la truffa all’azienda. Foto e filmati, inoltre, possono essere effettuati in spazi aperti. Non può essere violata la privacy. Recentemente la Corte europea dei diritti dell’uomo ha ribadito a sua volta la legittimità dei controlli a distanza da parte del datore di lavoro per accertare la sussistenza di ipotesi di reato. In nessun caso possono essere impiegati, però, per controllare che la prestazione sia ben eseguita. Non è possibile, insomma, chiedere ad un’agenzia investigativa di filmare il netturbino per contestargli che non abbia ben spazzato>>.
Il caso descritto permette di ricordare che anche per le pubbliche amministrazioni e le società in house vi è la possibilità di rivolgersi ad un’agenzia investigativa privata per monitorare in propri dipendenti al fine di verificare eventuali comportamenti illeciti, false malattie o utilizzo scorretto dei permessi previsti dalla legge 104.
Asia infatti non è stata l’unica azienda pubblica in Campania a rivolgersi ad un investigatore privato per combattere la piaga dell’assenteismo. Pochi giorni fa un dipendente di EAV, Ente Autonomo Volturno, società di trasporti ferroviari partenopea, è stato licenziato dopo esser stato pizzicato a timbrare il cartellino per poi recarsi a diversi chilometri di distanza dalla sede di lavoro per svolgere attività di natura personale, tra le quali la partecipazione ad una partita di calcio di Prima Categoria.
Fondamentale sottolineare che la condotta assenteista, oltre a ledere l’immagine aziendale e l’efficienza del servizio fornito ai contribuenti, configura il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato o di ente pubblico.


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