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L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO PUÒ ESSERE REVOCATO PER SPESE VOLUTTUARIE DELL’EX CONIUGE

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L’ASSEGNO DI MANTENIMENTO PUÒ ESSERE REVOCATO PER SPESE VOLUTTUARIE DELL’EX CONIUGE

L’assegno di mantenimento per l’ex coniuge può essere revocato se ci sono prove, al momento della dissoluzione del matrimonio, che dimostrino la capacità dell’ex di dedicarsi ad una attività lavorativa, nonché la disponibilità di redditi idonei a garantire una indipendenza economica.

Questo è quanto deciso dalla Cassazione di Roma con ordinanza n. 1482 depositata il 18 gennaio (in allegato), stabilendo pertanto un importante precedente in tema di revoca degli assegni per il coniuge che, nel caso di specie, effettuava spese frivole e, anziché cercare un’occupazione retribuita, trascorreva il suo tempo in palestra.

La decisione della Cassazione riguarda una coppia della provincia di Roma. L’ex marito versava un assegno divorzile da 100 euro alla moglie ed in più manteneva il figlio maggiorenne ma non ancora autonomo con un assegno di euro 450,00. Dalle prove prodotte in giudizio dall’uomo è emerso che la donna “disponeva di redditi provati dalle risultanze dei conti correnti e dalle spese, anche voluttuarie, sostenute, nonché dalla capacità lavorativa dimostrata dal fatto che aveva letteralmente trasformato il proprio fisico dedicandosi ad intensa e costante attività di body building”.

La donna ha presentato ricorso in secondo grado, lamentando che non era stato tenuto conto del suo contributo alla vita familiare (al pagamento del mutuo, alle spese di ristrutturazione della casa coniugale etc…), ma i giudici hanno respinto il ricorso, e l’hanno inoltre condannata a pagare anche le spese processuali.

Infatti, la Corte sottolinea che “l’assegno di divorzio ha una funzione assistenziale e compensativa”, e richiede l’accertamento dell’inadeguatezza dei mezzi, o comunque dell’impossibilità di procurarseli per ragioni oggettive.

La valutazione comparativa delle condizioni economiche delle parti nonché il contributo fornito alla conduzione della vita familiare e il patrimonio comune e personale di ciascun coniuge sono alla base del calcolo dell’importo dell’assegno di divorzio.

Tale assegno viene meno se si accerta la possibilità di lavorare del coniuge nonché il possesso di redditi adeguati nel mantenersi e nell’affrontare le spese che derivano dalla nuova condizione di vita.

Per la ricerca degli elementi di prova utili alla rideterminazione o alla revoca dell’assegno di mantenimento o divorzile, in molti si rivolgono agli investigatori privati.

Gli investigatori raccolgono le prove della reale condizione economica dell’ex coniuge grazie a delle attività di monitoraggio e di pedinamento, producendo foto e video relativi alla sua condotta, fondamentali per dimostrare lo svolgimento di una attività lavorativa non dichiarata, ad esempio, o un tenore di vita superiore a quello che i redditi dichiarati permetterebbero, ed anche tramite la consultazione di database su fonti aperte e chiuse ed attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento dell’ex coniuge;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web;
  • Indagini patrimoniali;
  • Testimonianza in Tribunale, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo, se necessario.

Scarica l'allegato
Ordinanza n. 1482.pdf


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