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LAVORATORI SOSPETTATI DI RUBARE IL GASOLIO: ASSOLTI

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LAVORATORI SOSPETTATI DI RUBARE IL GASOLIO: ASSOLTI
Undici dipendenti di Atm, azienda dei trasporti milanesi, sono stati assolti dalle accuse di furto aggravato e ricettazione. Il sospetto che gravava sui dipendenti era quello che avessero rubato delle taniche di gasolio dalle pompe di rifornimento degli autobus. Nel 2013 il sistema di controllo di ATM aveva registrato un consumo anomalo di carburante che ha spinto il responsabile del deposito a fare rapporto ai vertici dell’azienda. Un addetto alle pulizie inoltre aveva riferito allo stesso, in via confidenziale, di essere a conoscenza di alcuni furti di petrolio durante la notte. L’azienda dunque ha sporto denuncia ai carabinieri che nel luglio 2013 installarono quattro telecamere nascoste sopra le pompe di rifornimento del deposito.
Grazie ad esse 3 dipendenti di ATM e 8 della cooperativa in subappalto sono stati ripresi ad avvicinare alcune taniche bianche alla pistola erogatrice. Dai video le taniche sembravano vuote in un primo momento e, dopo l’avvicinamento all’erogatore, piene, tuttavia un momento vero e proprio di aspirazione del carburante non veniva mai ripreso, né è mai stato appurato se le taniche fossero effettivamente piene di gasolio e non dell’acqua utilizzata per la pulizia dei mezzi. Inoltre, altri indizi, come la presenza di un panno sporco di gasolio all’interno di un bagagliaio di un mezzo o alcune foto scattate con il cellulare da un altro dipendente non sono stati depositati nell’istruttoria, né è mai stata verificata la testimonianza dell’addetto alle pulizie.
I lavoratori si sono giustificati spiegando che le taniche venivano poste a bordo degli autobus per rifornire i mezzi di pulizia dell’azienda in subappalto: pratica in teoria vietata, in quanto la ditta avrebbe dovuto procurarsi a proprie spese il gasolio per i propri apparati, ma in uso da anni e svolta alla luce del sole senza mai ottenere lamentele da parte dei superiori.
Gli imputati sono stati dunque assolti e, coloro che avevano anche subito il licenziamento, verranno reintegrati in azienda.
L’indagine avrebbe meritato dunque alcuni approfondimenti per quanto riguarda le testimonianze dei dipendenti.
Sarebbe stato utile affiancare alle immagini fornite dalle videocamere nascoste appostamenti e pedinamenti dei dipendenti sospettati per verificare l’effettivo impiego delle taniche a bordo dei veicoli ovvero se le stesse venivano utilizzate per fare rifornimento alle autovetture private o di terzi. Solamente una videocamera nascosta può non bastare: è necessario, per dimostrare il furto, verificare dove viene portato quanto sottratto con un pedinamento vero e proprio.
Tali indagini approfondite possono essere svolte anche da un’agenzia investigativa privata, sia per conto di un’azienda privata sia per conto di un’azienda municipalizzata come ATM per ottenere prove valide in giudizio per verificare eventuali comportamenti illeciti da parte dei dipendenti.
Tale vicenda infatti ci permette di ricordare come la Cassazione abbia, negli ultimi anni, legittimato i controlli ai lavoratori per mezzo di videocamere nascoste qualora si sospettino illeciti. Con la sentenza n. 3122 del 17/02/2015, ad esempio, la corte ribadisce come l’installazione di telecamere occulte sia legittima e in accordo con lo Statuto dei Lavoratori qualora lo scopo delle riprese sia quello di tutelare il patrimonio aziendale individuando gli autori di atti illeciti e non la valutazione del rendimento dei lavoratori.
Anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo si è recente espressa in tal senso con la Sentenza del 17 ottobre 2019 in cui vengono giudicate legittime le videocamere nascoste installate in un supermercato in seguito al sospetto di alcuni furti messi in atto dai lavoratori.


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