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LA PIRAMIDE DEI BISOGNI DI MASLOW

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LA PIRAMIDE DEI BISOGNI DI MASLOW
Pur essendo stata elaborata nel 1954, la Piramide dei bisogni di Maslow è ancora oggi uno strumento utile per conoscere se stessi, per elaborare strategie e per motivare delle scelte.
Infatti affrontare il tema della motivazione, della felicità, della soddisfazione dei bisogni, ha un valore molto importante sia nella vita privata che nella vita lavorativa di ognuno di noi.
Maslow si concentra soprattutto sul bisogno di autorealizzazione e sulla creatività, ossia l’apice, secondo il suo studio, della felicità umana.
La piramide di Maslow altro non è che una scala dei bisogni umani, a partire dai bisogni necessari, primari, fino ad arrivare ai bisogni che determinano la felicità.

Analizziamo i bisogni della base:
Fisiologici: respirare, mangiare, dormire, sesso, omeostasi.
Sicurezza: sicurezza fisica, di occupazione, morale, familiare, di salute, di proprietà.
Queste prime due categorie di bisogni riguardano le necessità primarie dell’individuo, ossia quelle componenti necessarie senza le quali è difficile e/o impossibile vivere. Ancora oggi c’è chi patisce la fame, chi non ha una casa, e finché non si soddisfano questi bisogni non si possono certo avere altre priorità o aspettative.
Ma una volta soddisfatti, questi bisogni bastano a renderci felici? Secondo Maslow no.

Ecco quindi che entrano in gioco gli altri bisogni, fino all’apice della piramide:
Appartenenza: amicizia, affetto familiare, intimità sessuale.
Come vediamo non si parla più di “semplice” sesso, ma di intimità. Un bisogno legato all’emotività, al sentimento. Generalmente è per la mancanza di questo bisogno, e non di quello primario del sesso, che si tradisce. Tendiamo a credere che, soprattutto gli uomini, debbano soddisfare un mero istinto animale. Non è così. La ricerca dell’altro è principalmente rivolta alla ricerca della complicità, dell’intimità, dell’intesa.
In coppia ci si ritrova spesso ad avere meno possibilità di soddisfare i propri bisogni, perché possono predominare quelli dell’altro, e si ha quindi la tendenza, in questo caso, di soddisfare i bisogni repressi fuori dalla coppia.

Stima: autostima, autocontrollo, realizzazione, rispetto reciproco. Questa serie di bisogni ci permette di essere soddisfatti, sereni, anche nel contesto lavorativo, oltre che in quello personale.
Autorealizzazione (o anche auto-scoperta): moralità, creatività, spontaneità, accettazione.

Questi ultimi bisogni parlano chiaro: rappresentano l’apice, appunto, della felicità, e la possibilità di essere davvero noi stessi. Le persone “arrivate” fin qui sono, secondo Maslow, le più gioiose, le più attraenti, le più aperte mentalmente, le più determinate. Questi ultimi tre stadi della piramide sono in continua evoluzione, nell’essere umano, e possono coesistere.
La piramide di Maslow viene usata tutt’oggi da psicologi, pubblicisti, dirigenti aziendali, sociologici e da tutti quei professionisti che hanno necessità di analizzare il grado di soddisfazione dell’altro.
Non solo, quindi, uno strumento di auto-analisi, ma anche di ricerca.

La sola pecca dello studio di Maslow consiste, per molti studiosi, nell’aver determinato le spinte motivazionali su fattori interni all’individuo, quasi senza interazione con l’esterno. Oltretutto non è detto che l’individuo debba necessariamente attraversare tutte le fasi descritte per essere felice. La felicità ha forme infinite.

Immagine: avantgrade.com

 


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