Un uomo di Perugia è stato condannato in via definitiva a 1 anno e 4 mesi per interferenze illecite nella vita privata della ex: aveva monitorato la ex fidanzata a sua insaputa, installando delle microspie nascoste nelle prese elettriche dell’abitazione della donna.
Per la Procura l’uomo “manifestando una gelosia ossessiva e possessiva, pretendeva di controllare continuamente il telefono e il pc e i movimenti sia sul luogo di lavoro, sia in ambito extralavorativo, in modo talmente opprimente da indurla a limitare le sue relazioni sociali e a lasciare il lavoro”.
Dopo la fine della relazione, l’uomo si era introdotto illecitamente nell’abitazione della donna per collocarvi “cinque apparecchi ricetrasmittenti idonei alla registrazione audio, dotati di batteria e sim” risultate intestate all’imputato “occultati all’interno di prese elettriche in diversi ambienti della casa, fra cui soggiorno, bagno e camere da letto”.
I dispositivi trasmettevano le informazioni sulla vita privata della donna al cellulare dell’uomo, che poteva accedervi tutte le volte che voleva spiarla.
La registrazione audio illecita, effettuata dall’uomo nell’abitazione della donna tramite l’installazione di microspie nascoste all’interno delle prese elettriche “postula l’effettiva acquisizione abusiva di notizie o immagini che si svolgono nel domicilio della persona offesa, veniva ritenuta provata anche in assenza dell’accertamento sul telefono cellulare dell’imputato, che non era stato possibile esaminare perché criptato e, dunque, non accessibile senza che l’imputato fornisse le password per accedervi”.
Per i giudici di appello “la prova del delitto veniva desunta dall’accertamento che i contatti effettuati dal telefono all’apparecchio ricettivo erano stati frequenti e che erano durati anche più di 30 minuti. Da tale circostanza si deduceva come altamente probabile che l’imputato avesse effettivamente registrato abusivamente le conservazioni e le attività svolte dalla sua ex convivente all’interno del domicilio”.
La donna si era costituita parte civile tramite il suo avvocato.
È fondamentale ricordare che in Italia l’unico organo che può effettuare un’intercettazione in maniera legale è la Procura.
Con il tempo è aumentato l’utilizzo di microspie, piccoli registratori, microcamere o in generale strumenti camuffati e camuffabili, difficilmente individuabili da un occhio inesperto, atti a registrare informazioni e tradurle in file video e/o file audio.
Se si ha il sospetto di essere spiati, è importante rivolgersi subito a dei professionisti, come gli investigatori privati specializzati in bonifiche elettroniche ambientali.
Gli investigatori privati hanno le giuste competenze per effettuare una ispezione visiva degli ambienti interessati, e dispongono della giusta attrezzatura: si tratta di rilevatori professionali “hi-tech” di microspie, ovvero dispositivi elettronici appositamente progettati per individuare e rilevare i segnali a radiofrequenza generati da microspie di ogni tipo: trasmettitori di segnali audio e/o video (RF, GSM, UMTS, GPRS, GPS ecc.)
Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?