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INSTAGRAM, LE NOVITÀ PRO-ADOLESCENTI

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INSTAGRAM, LE NOVITÀ PRO-ADOLESCENTI
A seguito delle critiche che l’azienda ha ricevuto negli ultimi mesi, il gruppo Facebook-Meta ha deciso di attivare delle funzioni per proteggere maggiormente i minori online.
Le critiche erano nate da una “soffiata” dell'informatica statunitense Frances Haugen che ha rivelato l’esistenza di uno studio interno di Facebook, mai divulgato, sulla pericolosità di Instagram per le ragazze molto giovani, a causa dell’esposizione prolungata ad immagini relative a canoni di bellezza vicini alla perfezione, che favoriscono la diffusione dei disturbi alimentari, come l’anoressia.

Il gruppo ha così studiato dei sistemi di sicurezza più sofisticati, come un Parental Control che i genitori possono gestire per aiutare i propri figli nell’uso consapevole dei social network, dando la possibilità ai genitori di sapere quante ore dedicano i propri figli all’utilizzo dell’app e di impostare dei limiti temporali, superati i quali la app si disattiva automaticamente. Questa funzione dovrebbe essere disponibile già a partire da marzo 2022.

Altra novità riguarda l’adescamento online: per proteggere i minori dagli adulti malintenzionati, Instagram impedirà a questi ultimi di seguire i minori senza il reciproco contatto.
Ed ancora, arriverà la funzione “Take a break“ (“prendi una pausa”), che inviterà l’utente a prendersi una pausa quando l’utilizzo dell’app risulta essere troppo prolungato.

Sicuramente funzioni utili e necessarie, per migliorare l’attuale situazione dei minori online, ma da sole non sono sufficienti. Intanto perché non è la durata del tempo a determinare la pericolosità di ciò che avviene sul web, quanto la sua qualità ed il controllo costante delle interazioni.

Molti genitori si rivolgono alle agenzie investigative autorizzate per delle indagini relative al controllo attività minori online, che consistono nella ricerca, raccolta ed analisi di dati e di notizie tratte da fonti aperte sulle attività condotte dal minore, come ad esempio le informazioni ricavate dai social network e da tutti gli altri profili del minore presenti online.

È possibile, dunque, verificare le interazioni, le pubblicazioni e le attività che il minore svolge sul web. Tutte le informazioni raccolte all’interno della rete, data la natura mutevole di questa, vengono cristallizzate nel tempo tramite software specifici che permettono di conservare l’informazione anche qualora venisse cancellata.

Gli elementi raccolti dalle indagini degli investigatori privati esperti possono essere anche utilizzati per la tutela dei propri diritti in sede di giudizio e/o per sporgere denuncia contro i responsabili di condotte illecite, come atti di cyberbullismo, adescamento, sextortion, truffe, furto digitale etc.

Basti pensare che nel 2020 i casi di reati online che hanno coinvolto dei minori, trattati dalla Polizia postale e delle comunicazioni, sono stati 4.208 a fronte dei 2.379 dell'anno precedente: il 77% in più.

Un aspetto che non può essere sottovalutato riguarda le ripercussioni che il virtuale ha inevitabilmente sulla vitareale”. È fondamentale, quindi, che i genitori, incaricando una agenzia investigativa autorizzata, controllino i propri figli minori anche fuori casa, quando i fenomeni di bullismo, l’abuso di alcol e droga, la violenza arrecata e ricevuta, l’inosservanza delle regole etc si manifestano nella loro massima pericolosità.

Gli investigatori privati, attraverso delle attività di pedinamento e di monitoraggio del minore, nella massima discrezione, potranno consegnare ai genitori il report dettagliato del comportamento adottato dai loro figli e da chi è loro accanto fuori casa.

Gli investigatori preposti a questo tipo di indagine hanno il know-how e le caratteristiche necessarie per monitorare dall’interno gli ambienti fisici e virtuali frequentati dai ragazzi, ottenendo informazioni più dettagliate e carpendo al meglio abitudini e codici comportamentali.
Non solo: gli investigatori privati possono essere chiamati a testimoniare, in un eventuale processo, poiché testimoni oculari dei fatti riportati nel dossier prodotto in giudizio.


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