La Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo il licenziamento del dipendente di un’azienda che è stato colto a fumare sul posto di lavoro.
Durante il primo grado di giudizio, nel 2001, il lavoratore è stato condannato, ma successivamente è stato assolto, in secondo grado, nel 2014, in quanto fumare sul posto di lavoro, sebbene risulti punibile con provvedimenti disciplinari, non può giustificare un licenziamento.
La società però ha contestato la decisione presa in secondo grado, in quanto nel prenderla i giudici non avrebbero tenuto conto di altre importanti violazioni dell’operaio, cinque in tutto, tra le quali il mancato uso dei guanti antinfortunistici e un infortunio causato dal non aver rispettato le regole impartite.
La Corte ha rigettato il ricorso ritenendo illegittimo il licenziamento del dipendente e condannando la società a pagare non solo le spese del giudizio, ma anche i compensi professionali arretrati del dipendente licenziato ingiustamente.
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