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IL TRADIMENTO DURANTE LA TERAPIA DI COPPIA PUÒ ESSERE MOTIVO DI ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE?

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IL TRADIMENTO DURANTE LA TERAPIA DI COPPIA PUÒ ESSERE MOTIVO DI ADDEBITO DELLA SEPARAZIONE?

Ricorrere ad un terapeuta di coppia, quando il rapporto è stato compromesso da un tradimento o da altre problematiche, è molto utile.

A volte, però, chi tradisce non smette di farlo, nonostante il percorso intrapreso. È inevitabile, dunque, che il coniuge tradito si chieda se tale comportamento possa essere motivo di addebito della separazione, e se il terapeuta possa confermare, in qualche modo, la condotta tenuta dal coniuge infedele.

Per ottenere l’addebito della separazione, è fondamentale che il coniuge tradito riesca a dimostrare in giudizio che l’altro ha portato avanti la sua relazione extraconiugale anche durante il percorso terapeutico, vanificando così ogni tentativo di salvare il matrimonio e rendendo intollerabile la convivenza.

Ma questo comportamento non può essere provato attraverso la testimonianza del terapeuta, poiché il terapeuta è tenuto al rispetto del segreto professionale.

Bisogna, dunque, procurarsi le prove dell’infedeltà in modo professionale e producibile in giudizio, rivolgendosi ad esempio ad una agenzia investigativa autorizzata.

Non solo può essere fondamentale il dossier investigativo che gli investigatori privati forniranno al coniuge tradito che ha conferito l’incarico, contenente le prove dell’infedeltà, se in atto, ma gli investigatori possono anche essere chiamati a deporre, confermando quanto riportato nel report da loro redatto, in quanto testimoni oculari dei fatti.

Le prove così raccolte possono servire a smentire la tesi difensiva del coniuge traditore e a dimostrare dinanzi al giudice che il tradimento grave e duraturo ha rappresentato l’unica causa della separazione, avendo provocato una crisi coniugale irreversibile alla quale nulla ha potuto porre rimedio, neanche la terapia di coppia, soprattutto perché l’infedeltà è perdurata nonostante gli sforzi per arginare la problematica.

Se tutto questo verrà provato in giudizio, il tribunale addebiterà la separazione al coniuge fedifrago.

In un recente caso, la Corte di Cassazione, con una pronuncia del marzo 2023, ha addebitato la separazione ad un uomo, avendo accertato che la sua “relazione extraconiugale era continuata anche durante il tentativo di superare la profonda crisi insorta a causa della scoperta del tradimento”; secondo la Corte, “la circostanza che neanche lo sforzo della terapia abbia conseguito un effetto positivo e risolutivo indica che ormai la frattura tra i coniugi era molto profonda” e che l’uomo non aveva di fatto intenzione di salvare il matrimonio, avendo reiterato la sua infedeltà.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del partner infedele;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web: è spesso lo stesso partner infedele a pubblicare online prove delle sue condotte disoneste.
  • Testimonianza in Tribunale, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo, se necessario.


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