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IL 72% DEI MINORI È A RISCHIO MINACCE ONLINE: SAPPIAMO PROTEGGERE I “NATIVI DIGITALI”?

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IL 72% DEI MINORI È A RISCHIO MINACCE ONLINE: SAPPIAMO PROTEGGERE I “NATIVI DIGITALI”?

La tutela dei minori online continua ad essere un tema centrale, sebbene ancora sottostimato. Molti sono gli studi di approfondimento e le professionalità chiamate ad effettuare una valutazione dei rischi, per strutturare modalità di intervento, anche preventive, efficaci.

Secondo quanto emerso dal report BCG Why Children Are Unsafe in Cyberspace (in allegato), che ha raccolto i dati su un campione di 41mila fra bambini e genitori in 24 Paesi nel mondo, il 93% dei minori fra gli 8 ed i 17 anni naviga regolarmente su internet, l’81% di loro ogni giorno, e il 45% per più di tre ore al giorno.

Di questi ragazze e ragazzi minorenni, il 72% ha sperimentato almeno una situazione di rischio durante la navigazione online, una minaccia informatica come pop-up o pubblicità non sicure o indesiderate, o, nel 20% dei casi, vere e proprie forme di cyberbullismo, sextortion e molestie in generale.

Come spiega Paola Francesca Scarpa, Managing Director e Partner di BCG: “Quasi tutti i bambini sono ormai connessi a Internet, specialmente da quando abbiamo fatto ricorso alla didattica online, durante i mesi di lockdown. Basti pensare che l’età media di ingresso sulla rete è di 12 anni. È essenziale affrontare il tema della sicurezza dei bambini nel cyberspazio, sviluppando soluzioni per controllare i rischi associati alla navigazione sul web”.

Un dato particolarmente allarmante è quello legato alla richiesta di aiuto dei minori: nonostante l’80% di loro vorrebbe parlare con i genitori delle minacce incontrate in rete, solo il 40% di fatto lo fa. Questo perché ci sono ancora delle barriere culturali che alimentano la paura, così come c’è ancora molta disinformazione sui pericoli del mondo virtuale, che spesso creano disagio ai minori senza che gli stessi siano in grado di riconoscerli.

Da quanto emerso, gli adulti non sono del tutto pronti a gestire i “nativi digitali”.

Le famiglie, che dovrebbero essere le prime a proteggere i bambini dai cyber-attacchi, non affrontano quasi mai l’argomento: solo il 39% dei genitori ha dichiarato di aver parlato con i loro figli di questi episodi, e solo il 60% controlla l’attività dei propri figli online con regolarità, ma c’è ancora l’errata convinzione che sia sufficiente impostare dei limiti alla navigazione o cancellare dei contenuti per evitare le minacce.

Solo il 40% circa degli adulti intervistati, nei casi di esposizione dei propri figli a rischi informatici, si rivolge alla polizia e informa la scuola.

Sicuramente le società titolari dei siti maggiormente frequentati dai minori, come social network, siti di gaming etc, devono aumentare e introdurre nuovi standard di sicurezza. I legislatori, inoltre, devono coordinarsi a livello internazionale per adeguare o creare ex novo le normative per limitare il fenomeno, ma spetta prima di tutto ai genitori educare e controllare i propri figli, e per farlo possono rivolgersi anche ad una agenzia investigativa autorizzata.

Gli investigatori privati svolgono delle attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT, per la ricerca, raccolta ed analisi di dati e di notizie tratte da fonti aperte sulle attività riguardanti il minore, come ad esempio le informazioni ricavate dai social network e da tutti gli altri profili online legati ai minori e/o alle persone con i quali interagisce.

Tutte le informazioni raccolte all’interno della rete, data la natura mutevole di questa, vengono cristallizzate nel tempo tramite software specifici che permettono di conservare l’informazione anche qualora venisse cancellata.

Gli elementi raccolti dalle indagini degli investigatori privati esperti possono essere anche utilizzati per la tutela dei propri diritti in sede di giudizio e/o per sporgere denuncia contro i responsabili di condotte illecite.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web;
  • attività di Computer Forensics, per l'estrazione e la conservazione dei dati digitali.

Scarica l'allegato
bcg-why-children-are-unsafe-in-cyberspace-sep-2022.pdf


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