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FA IL BUTTAFUORI MENTRE È IN MALATTIA: AGENTE ESPULSO

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FA IL BUTTAFUORI MENTRE È IN MALATTIA: AGENTE ESPULSO

Un assistente capo della Polizia penitenziaria è stato destituito dal suo compito e non riabilitato al servizio dal Tar di Bologna, per falsa attestazione di malattia: l’uomo aveva chiesto tre giorni di permesso per malattia, ma negli stessi giorni era stato visto svolgere l’attività di buttafuori presso una nota discoteca marchigiana.

Condotta che è stata ritenuta, dal Corpo di Polizia penitenziaria, “gravemente lesiva del prestigio e del decoro dell’amministrazione di appartenenza”.

L’uomo ha presentato ricorso al Tar contro l’espulsione per eccesso di potere, ricorso che è stato respinto il 26 ottobre scorso, e l’uomo ha dovuto anche pagare le spese processuali, per un totale di circa duemila euro.

A confermare che l’uomo stesse svolgendo l’attività di buttafuori nei giorni di malattia sono stati il responsabile della sicurezza della discoteca ed alcuni clienti.

Il medico curante che aveva, invece, firmato il certificato di malattia, non è stato in grado di risalire alla motivazione per il quale era stato richiesto.

L’agente aveva giustificato la sua presenza nella discoteca “quale accompagnatore della figlia”, presentando un biglietto d’ingresso non nominativo, ma secondo i giudici la circostanza resta "del tutto indimostrata".

Secondo la sentenza, è “indubbia la rilevanza disciplinare della prestazione di altra attività lavorativa durante il periodo di malattia” e si “configura la violazione degli specifici obblighi contrattuali di diligenza e fedeltà nonché dei doveri generali di correttezza e buona fede”.

Sia nel settore pubblico che in quello privato, il datore di lavoro può scoprire la falsa malattia del dipendente tramite le indagini svolte dagli investigatori privati incaricati.

Gli investigatori privati monitorano e pedinano il dipendente assente, per verificare la sua condotta sia durante gli orari di reperibilità (verificando, dunque, se li rispetta o, al contrario, esce di casa) e anche dopo gli orari di reperibilità, per verificare se il dipendente compie attività incompatibili con lo stato di malattia e/o che possono compromettere o rallentare la guarigione.

A questo tipo di indagini vengono affiancate delle attività di Web Intelligence (OSINT e SOCMINT) per raccogliere elementi dell’illecito anche attraverso il web e i social media, soprattutto in quei casi - come quello in esame - nei quali è plausibile che vi siano dei contenuti online utili all’indagine.

Tutti gli elementi raccolti sul web vengono cristallizzati nel tempo dagli investigatori privati tramite software specifici, che permettono di conservare le informazioni anche qualora venissero cancellate.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento del dipendente in permesso;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web: è spesso lo stesso dipendente a pubblicare online prove delle sue condotte illecite;
  • Testimonianza in Tribunale, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo, se necessario.


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