Ormai è un argomento ricorrente, una “abitudine” che continua a sorprenderci:
Google ci fa trovare ovunque
annunci pubblicitari su oggetti e servizi che abbiamo cercato anche solo una volta online, o che “suppone” possano interessarci. In alcuni casi sembra proprio leggerci nella mente.
Ma cosa sa davvero
Google di noi, delle nostre
abitudini? Possibile che abbia
informazioni così
dettagliate, così
personali?
L’esperta di marketing
Trish Kabob ha recentemente pubblicato un video sui social, nel quale spiega come fare a visualizzare i
dati che Google ha raccolto su di noi in base alle
ricerche che abbiamo fatto. Una curiosità del suo lavoro, che si dimostra utile a tutti.
Nel video, intitolato “
Google sa fin troppo di tutti noi”, l’esperta spiega che esiste una pagina che possiamo visitare per capire quali sono tutte le
ipotesi che Google ha formulato, in base alle nostre
ricerche ed
interessi, per poterci proporre un annuncio. La pagina si chiama
Ads Settings, alla quale si accede dal proprio
account Google, facendo prima l’accesso.
Potrete quindi vedere tutte le
categorie nelle quali Google ci ha inseriti, dall’età, al sesso, alla città di provenienza, fino agli hobby ed agli interessi. Spesso la descrizione che Google fa di noi è incredibilmente accurata.
Ciò avviene perché quando utilizziamo gli
strumenti Google, come la posta
Gmail,
YouTube etc, l’azienda raccoglie i nostri dati e li utilizza per
personalizzare l’esperienza online, e gli annunci da presentarci.
Questo di conseguenza porta ad un aumento degli
acquisti online ed ad un incremento delle
vendite degli
spazi pubblicitari.
Grazie ai consigli dell’esperta, ora anche i meno avvezzi all’utilizzo delle piattaforme online potranno avere un’idea di come vengono trattati i loro
dati, ed intervenire per apportare delle
modifiche in tal senso, ad esempio selezionando la voce “
Personalizzazione degli annunci attivata” della pagina
Ads Settings per
disattivare la funzione, ricevendo così annunci impersonali e generali, e non più mirati.
Se si desidera che l’impostazione rimanga attiva, si possono disattivare una o più
categorie, per non ricevere annunci su quegli argomenti.
È vero che molto spesso i profili che Google ha delineato sono accurati, ma è curioso notare anche come al contrario possano esserci
errori grossolani, come fanno notare degli utenti in seguito al video pubblicato da Trish Kabob. Ci sono ad esempio 17enni che per Google hanno più di 50 anni, o chi vive in un luogo totalmente diverso da quello riportato.
Questo perché Google non può ancora
distinguere tra le ricerche effettuate per interesse reale e quelle riferite ad altre situazioni, facendo, così, un po’ di “confusione”.
Se si vuole approfondire ciò che riguarda una persona in rete, è possibile raccogliere informazioni che influenzano l’
identità digitale, in maniera dettagliata, tramite l’analisi
OSINT del World Wide Web, identificando i canali web rilevanti ed eventuali informazioni lesive della
reputazione del soggetto, grazie al monitoraggio, effettuato da
esperti, di
pagine pubbliche e
social network.