Vi siete mai chiesti
come si calcola l’assegno di mantenimento? Esso viene calcolato sul
reddito netto oppure lordo dei coniugi?
Anzitutto è bene ricordare la
funzione dell’assegno di mantenimento.
In seguito a separazione, il coniuge sul quale ricade l’
addebito (cioè colui che con il proprio comportamento scorretto causa la fine del matrimonio), è tenuto a versare mensilmente un assegno al coniuge economicamente più debole, affinché costui mantenga un
tenore di vita simile a quello del quale godeva durante il matrimonio.
L’assegno di mantenimento si calcola sulla base del reddito dei due coniugi; in particolar modo sulla base del reddito
al netto delle tasse – sia che si tratti di lavoratori autonomi che di lavoratori dipendenti (come confermato da Cass. ord. n. 651/19 del 14.01.2019).
Inoltre nel determinare e quantificare l’importo dell’assegno di mantenimento si tiene conto di altri parametri:
- spese che deve sostenere mensilmente chi versa l’assegno (es. affitto o mutuo);
- durata del matrimonio;
- contributo dato al matrimonio dal coniuge economicamente più debole, valutato dal punto di vista del lavoro domestico, dell’impegno prestato nell’educazione della prole e dei sacrifici fatti in nome della famiglia (es. rinuncia ad una carriera lavorativa per crescere i figli);
- possibilità di impiego effettive del coniuge economicamente più debole (ad es. una donna di quarant’anni, laureata, che abbia già lavorato in passato e in salute potrà più facilmente trovare lavoro rispetto ad una donna di cinquant’anni che non ha mai lavorato e che è sprovvista di un titolo di studio);
- eventuale assegnazione della casa coniugale al coniuge più debole, che si trova così nella situazione di vantaggio di non dover pagare un affitto o un canone di mutuo mensili;
- disponibilità di altre fonti di ricchezza del coniuge economicamente più debole per reddito (es. proprietà immobiliari).
Lo stesso vale per l’
assegno divorzile, che però ha una diversa finalità rispetto all’assegno di mantenimento, cioè una
funzione assistenziale (in caso in cui il coniuge economicamente più debole non sia autosufficiente)
e perequativa (cioè di livellamento di una disparità economica tra i due coniugi molto profonda).
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Per esempio si possono smascherare quanti, per non versare l’assegno di mantenimento o versarne uno di importo ridotto, dichiarano uno stipendio minimo quando in realtà hanno ingente disponibilità economica; fatto che può essere dimostrato solo con attività di pedinamento che consentono di verificare un alto tenore di vita (cene in ristoranti di lusso, vacanze in hotel 5 stelle etc.).
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causa per la determinazione/ revisione dell’assegno di mantenimento/ divorzile.
