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CHIEDE LA SEPARAZIONE MA DEVE MANTENERE IL MARITO: PERCHÉ?

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CHIEDE LA SEPARAZIONE MA DEVE MANTENERE IL MARITO: PERCHÉ?

Il Tribunale di Monza, con il decreto in allegato, ha emesso una importante e molto rara decisione, relativa ad una causa di separazione: sarà la moglie a dover mantenere il marito.

La donna aveva chiesto la separazione per via del rapporto estremamente conflittuale con il coniuge, che stava arrecando anche non pochi problemi ai due figli gemelli di appena undici anni della coppia.

Il Presidente del Tribunale, dunque, ha adottato alcune decisioni che tutelassero soprattutto il benessere dei figli, fissandone la residenza presso la madre e regolamentando il tempo che i bambini dovranno trascorrere con entrambi i genitori.

Poiché la donna percepisce uno stipendio di circa € 2600 netti, mentre il marito è disoccupato dal 2014, sarà lei a dover versare un assegno di mantenimento mensile di € 600 all’ex marito (almeno fino a quando l’uomo non troverà un lavoro che gli permetta di autosostenersi) e a provvedere al mantenimento ordinario dei due figli. L’uomo dovrà contribuire in maniera limitata alle spese straordinarie dei figli, dettagliatamente riportate nel decreto, nella misura del 30%.

Il mantenimento, infatti, come abbiamo spiegato in un nostro recente articolo consultabile cliccando qui, spetta al coniuge economicamente più forte, e di solito in Italia si tratta della figura maschile. Ma come abbiamo appena visto, non è sempre così.

In ogni caso, l’assegno non spetta al coniuge economicamente più debole al quale è stata addebitata la separazione, e cioè se ha causato la crisi che ha portato alla separazione, per aver violato gli obblighi matrimoniali, ad esempio tradendo l’altro coniuge o abbandonando il tetto coniugale.

Se sussistono tali circostanze, il coniuge può raccogliere le prove dell’infedeltà e/o dell’abbandono del tetto coniugale grazie ad una agenzia investigativa autorizzata.

Rivolgersi agli investigatori privati è fondamentale anche per chiedere delle indagini patrimoniali, ai fini della determinazione e la rideterminazione dell’assegno, ottenendo così un quadro generale della posizione reddituale dell’altro coniuge e della sua variazione nel tempo e le prove dell’effettivo tenore di vita da egli condotto, spesso del tutto incompatibile con il reddito di fatto dichiarato.

Gli investigatori effettuano le indagini tramite attività di monitoraggio e di pedinamento del coniuge, affiancate da una attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di informazioni utili anche dal web. Tutte le prove vengono racchiuse all’interno del dossier investigativo, producibile in giudizio, e gli investigatori possono essere chiamati a testimoniare in Tribunale per confermare personalmente quanto contenuto nel dossier, poiché testimoni oculari dei fatti.

Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?

  • Attività di monitoraggio e di pedinamento dell’ex coniuge;
  • Attività di Web Intelligence OSINT e SOCMINT per la raccolta di elementi di prova dal web;
  • Indagini patrimoniali;
  • Testimonianza in Tribunale, per confermare quanto riportato nel Dossier investigativo, se necessario.

Scarica l'allegato
Tribunale Monza - Decreto.pdf


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