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CHI RIFIUTA UN LAVORO HA DIRITTO ALL’ASSEGNO DI DIVORZIO?

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CHI RIFIUTA UN LAVORO HA DIRITTO ALL’ASSEGNO DI DIVORZIO?
L’assegno di divorzio è un contributo solidale che viene riconosciuto al coniuge non economicamente autosufficiente.
Ma è bene precisare alcune condizioni che ne determinano i confini di validità.
Infatti ne ha diritto il coniuge che è ormai fuori dal mercato del lavoro per età, esperienze di vita, istruzione e formazione. Basti pensare ad una donna di sessant’anni che per tutta la vita è stata una casalinga, dedita alla cura della famiglia e della casa, magari che abbia anche un grado d’istruzione non alto.
Ne ha poi diritto il coniuge impossibilitato a lavorare per condizioni di salute proibitive.
Non ne ha invece diritto chi è autosufficiente economicamente, sebbene disoccupato. Si pensi ad una donna che, nonostante sia priva di un’occupazione lavorativa, possegga diversi immobili dai quali ricavi rendite poiché posti in affitto; o ancora si pensi ad un ex-coniuge che ha ricevuto in eredità una notevole somma di denaro.
Infine non ne ha diritto l’ex-coniuge che, disoccupato, avrebbe tutte le carte in regola per poter lavorare.
Caso limite è poi quello di chi, rifiutata un’offerta di lavoro retribuito e adeguata alle sue capacità e formazione, vorrebbe continuare a beneficiare degli alimenti.
In questa circostanza spetta però al coniuge che versa l’assegno divorzile dimostrare che l’ex non ne avrebbe in realtà diritto.
A questo scopo può rivelarsi decisivo il contributo dato dalle agenzie investigative private come FIRSTNet.
Attività di vero e proprio monitoraggio ed indagini patrimoniali saranno a supporto di cause per la determinazione e rideterminazione dell’assegno di mantenimento e divorzile.
Chiamaci per una consulenza: non continuare a pagare chi sta comodo sul divano quando potrebbe lavorare!


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