Il fenomeno dell’assenteismo sembra non arrestarsi, infatti ogni giorno la cronaca ci dà notizia di un episodio che ha come protagonisti i cosiddetti “furbetti del cartellino”.
Si tratta di dipendenti, impiegati sia nel settore privato che in quello pubblico, che attestano la loro presenza sul posto di lavoro mentre in realtà si dedicano ad attività di carattere personale, addirittura ludico.
Recente il licenziamento di 5 dipendenti del Comune di Misilmeri, accusati di truffa. Le indagini condotte dai Carabinieri hanno consentito di portare alla luce il comportamento scorretto di alcuni dipendenti che timbravano più badge per consentire ad altri di lasciare anche due ore prima il posto di lavoro.
Comportamenti di questo tipo, che nei casi più gravi possono integrare il reato di truffa, in quanto si attesta la falsa presenza al lavoro, devono essere arginati.
Infatti causano la rottura del vincolo fiduciario dipendente - datore di lavoro, comportano un danno alla produttività lavorativa e quindi al patrimonio aziendale e creano malcontento fra i dipendenti corretti e fedeli che vedono impuniti i furbetti.
Non solo, chi ha mansioni direttive e di controllo e non prende provvedimenti contro i dipendenti scorretti è passibile esso stesso di ripercussioni.
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