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APP: IO BATTE IMMUNI, ANCHE A DISCAPITO DELLA PRIVACY

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APP: IO BATTE IMMUNI, ANCHE A DISCAPITO DELLA PRIVACY
Nell’ultima settimana l’app IO ha registrato un record di download. 8mila italiani al secondo si sono registrati, dal suo lancio. L’app, che permette di accedere al rimborso per le spese effettuate in digitale, ha superato velocemente il numero di download di Immuni, che ha invece lo scopo di tracciare e contenere il contagio da Covid-19.

La possibilità di ottenere, con l’app di cashback, un rimborso anche di 150 euro, e comunque del 10% della somma spesa fino al 31 dicembre, ha fatto “chiudere un occhio”, stavolta, su eventuali problemi tecnologici o di privacy, che erano invece stati la causa di molte polemiche relative ad Immuni. L’app IO richiede infatti moltissimi dati privati, dal codice fiscale all'indirizzo di residenza, dai pin relativi al proprio conto, agli estremi di carte di credito, bancomat e Iban.

Il Garante per la privacy, nella valutazione preliminare di IO, avvenuta il 14 Ottobre 2020 (Dpia), aveva specificato che la app “presenta rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati, derivanti dalla raccolta massiva e generalizzata di informazioni di dettaglio, potenzialmente riferibili ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione”.
Per ottenere infatti i premi cashback bisogna tenere traccia delle transazioni dei pagamenti, che sono dati “quasi sensibili/particolari” dell’utilizzatore, perché ne delineano un quadro sociale e culturale, riferito alle abitudini, alla provenienza, agli orientamenti, molto dettagliato. Dati che fanno gola non solo alle multinazionali ed agli Stati, ma anche alle organizzazioni cybercriminali.

Il Garante vorrà infatti approfondire dei nodi irrisolti relativamente alla privacy della app, ed in particolare l’utilizzo delle notifiche push, l’attivazione automatica di servizi non richiesti ed il trasferimento dei dati personali a Paesi terzi. Infatti la app informa gli utenti che i dati inseriti verranno trasmessi negli USA, con le problematiche che ciò comporta in sicurezza dei dati. Per il Garante è fondamentale precisare le finalità del trattamento dei dati, e soprattutto la loro conservazione, che deve essere limitata, per il tempo strettamente necessario allo scopo dell’app.

Per quanto riguarda invece i malfunzionamenti denunciati da molte persone, gli esperti ritengono necessario sapere quali standard sono stati utilizzati nella realizzazione dell’app, considerando che lo sviluppo di software è soggetto a standard nazionali, come da Common Criteria, NIST SP 800-64 ed altri, che ne garantiscono anche il buon funzionamento.

Consigliamo a tutti coloro che scelgono di scaricare la app di leggere accuratamente la privacy police dell’app IO, consultabile cliccando qui, prima di installarla, come andrebbe fatto sempre, ogni volta che autorizziamo il trattamento dei nostri dati.

 


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