Quando si parla di bullismo si fa riferimento a un comportamento fisico o verbale aggressivo, caratterizzato dalla intenzionalità, dalla prevalenza di potere su chi è più debole e dalla ripetitività.
Questo fenomeno si presenta soprattutto in ambito scolastico. Un esempio emblematico è quanto avvenuto negli ultimi giorni a Brescia, nei confronti di un ragazzino di undici anni, bullizzato dai compagni di scuola.
Il padre del bambino racconta che i “bulli” si piazzavano fuori dal bagno per chiedere soldi agli altri bambini per farli entrare, dicendolo loro che se malauguratamente non avessero avuto i soldi, avrebbero subito il furto della merenda. Nel caso specifico, il padre era preoccupato per il proprio figlio non solo per le conseguenze da egli subite da un punto di vista emotivo e mentale, ma anche da un punto di vista fisico, perché essendo diabetico e non avendo consumato la merenda, il bambino tornava a casa con la glicemia bassissima, rischiando di incorrere in gravi problemi di salute.
Purtroppo, il fenomeno del bullismo è tutt’oggi frequente, sebbene se ne parli molto più del passato. Nel corso degli anni si sono cercati vari modi per contrastare tale fenomeno, tra questi vi è un recente ed innovativo progetto ideato a Foggia da alcuni studenti, che prende il nome di “Bro e Sis”, letteralmente “fratello e sorella” nello slang angloamericano. Come tutti sanno, passare da una scuola all’altra non è facile, soprattutto dalla scuola media e quella superiore, e il progetto “Bro e Sis” mira a facilitare questo passaggio.
La sperimentazione è rivolta ai 220 studenti circa delle 11 prime classi frequentanti i quattro indirizzi della scuola. Il progetto prevede che ad ogni classe venga affidata una coppia di studenti più grandi, 22 in tutto, selezionati attentamente tra gli studenti di terza e quarta.
I compiti dei tutor sono principalmente quelli di aiutare i più giovani nell’affrontare il cambiamento con spiegazioni, chiarimenti sulla logistica e piccoli consigli di chi ci è già passato, come dei “fratelli maggiori”, contribuendo così a migliorare il dialogo tra compagni e con i docenti e favorendo l’integrazione. Questo potrebbe essere anche utile per monitorare più da vicino l’instaurarsi di eventuali dinamiche problematiche.
Ma è importante che anche le famiglie, e i genitori, agiscano subito, al primo segnale che possa indicare che il proprio figlio è vittima di bullismo, e per farlo possono rivolgersi a esperti del settore, come gli investigatori privati.
Nella maggior parte dei casi, infatti, è estremamente importante l’intervento ed il supporto delle agenzie investigative autorizzate, che possono raccogliere le prove da utilizzare per sporgere denuncia e da presentare eventualmente in sede di giudizio.
Il dossier investigativo realizzato dagli investigatori privati contiene sia i risultati delle indagini effettuate sul web, tramite attività OSINT e SOCMINT, sia i risultati delle indagini effettuate sul campo, tramite attività di monitoraggio e di pedinamento.
Gli investigatori preposti a questo tipo di indagine hanno il know-how e le caratteristiche necessarie per monitorare dall’interno gli ambienti fisici e virtuali frequentati dai ragazzi, ottenendo informazioni più dettagliate e carpendo al meglio abitudini e codici comportamentali.
Come possono intervenire gli investigatori privati, in questi casi?