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I giudici dicono si' all'adozione per i single: la legge non la esclude

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I giudici dicono si' all'adozione per i single: la legge non la esclude
Riconosciuto in automatico un caso dall’estero: è stata infatti recepita dal tribunale dei minorenni dell’Emilia Romagna la sentenza Usa su una cittadina italiana.
 
Via libera all’adozione per una donna single: lo ha stabilito il Tribunale dei minori di Bologna. Il decreto, che risale allo scorso anno ma è stato reso noto solo ieri dal sito dell’associazione «Articolo 29», riguarda il riconoscimento dell’adozione di una bambina effettuata nel 2011 da un’italiana negli Stati Uniti.
In Italia l’adozione piena, cosiddetta «legittimante», è permessa soltanto alle coppie sposate da almeno tre anni e la decisione dei giudici bolognesi, anche se riguarda esclusivamente un legame già riconosciuto all’estero, costituisce un precedente pesante. «È un importante riconoscimento che apre possibilità di nuove soluzioni interpretative rispetto all’adozione, sia dei single che delle coppie non sposate - commenta l’avvocata che ha seguito la vicenda, Grazia Cesaro, presidente della Camera minorile di Milano e responsabile del settore internazionale Unione nazionale camere minorili -. In particolare la novità di questa sentenza è il riconoscimento automatico dell’adozione piena effettuata all’estero da una persona single». Cosa ben diversa, però, dall’aprire le adozioni estere ai single residenti in Italia.
 
Il decreto del Tribunale dei minorenni riguarda infatti il caso di una donna italiana che vive da tempo negli Stati Uniti, dove nell’aprile di tre anni fa ha adottato una bambina in base alla legge americana, che è molto più permissiva di quella italiana. La signora, assistita dall’avvocata Grazia Cesaro in collaborazione con l’avvocata Elena Merlini, ha poi chiesto al Tribunale dei minorenni di Bologna, la sua ultima città di residenza in Italia, di riconoscere la piccola come sua figlia a tutti gli effetti. La legge italiana prevede per i single solo l’«adozione in casi particolari», quella cioè che riconosce un legame affettivo già saldo tra l’adulto e il minore, o per bambini che altrimenti verrebbero difficilmente adottati. Questo tipo di adozione è però molto limitata: fa mantenere al bambino il suo cognome (a cui viene aggiunto quello del genitore adottivo), non gli permette di acquisire legami di parentela con il resto della famiglia dell’adottante, e- soprattutto - è revocabile in qualsiasi momento. I giudici di Bologna hanno invece riconosciuto alla single un’adozione «legittimante», che la rende cioè a tutti gli effetti la madre della bambina, stabilendo che costituisce «un indubbio vantaggio per il minore» e che «non possa configurarsi contrasto tra il cosiddetto ordine pubblico italiano e il riconoscimento di effetti legittimanti all’adozione di una persona non coniugata».
 
 
Nel decreto i magistrati hanno comunque rimarcato come «nel nostro sistema legale l’adozione da parte di una coppia di persone coniugate rappresenti l’ipotesi prettamente preferita» e questo perché è interesse del minore, «ogni volta che ciò sia possibile», di «instaurare e mantenere uno stabile rapporto con una doppia figura parentale - che abbia quindi sia un padre, sia una madre». I giudici però rilevano anche che per quanto preferibile, non è l’unica forma possibile: «Ciò non esclude che, come purtroppo può avvenire anche nel corso di normali sviluppi della vita, si possa riconoscere in casi particolari la possibilità di creare un legame adottivo con una sola figura genitoriale». E quindi concludono che «l’adozione di una sola persona non è preferita dalla legge, ma non è certo esclusa». «Nella loro decisione - sostiene l’avvocata Cesaro - c’è la presa d’atto che la famiglia monogenitoriale è ormai una realtà anche italiana: è un importante riconoscimento di una nuova struttura familiare. E dà una linea di indirizzo molto chiara che il legislatore dovrà seguire».
 


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